Alimentazione

Nuove soluzioni di mercato

NUOVE SOLUZIONI DI MERCATO

Nuove soluzioni di mercato

Nella condizione attuale potrebbe sembrare inutile avviare un’attività finalizzata alla commercializzazione di alimenti senza zuccheri e con un tenore di carboidrati inferiore ad una certa soglia, tuttavia, nonostante l’interesse sempre crescente delle multinazionali alimentari, nessun prodotto destinato alla GDO potrà mai essere la soluzione al problema, almeno per i I prossimi 10 anni.
Come detto prima la GDO si preoccupa di più del prezzo che della qualità e questa continua ricerca del prezzo migliore, oltre che della varietà di gamma inquina fortemente il mercato.

Dall’altra parte i produttori sono sempre più concentrati a seguire le tendenze del mercato, ma cercando di gettare fumo negli occhi piuttosto che offrire prodotti veramente rispondenti alle esigenze del consumatore.

Questo tipo di mercato non può offrire la soluzione al problema, è necessario ripensare un mercato a misura d’uomo, dove i prodotti siano realizzati per soddisfare veramente il bisogno del consumatore.

Prima di andare avanti è necessario che tu capisca che questo non è solo il progetto di un business, ma una visione diversa del mondo dell’alimentazione, quindi comprendiamo bene di cosa sto parlando.

Nuove soluzioni di mercato

Oggi assistiamo ad una dilagante ‘epidemia’ di sovrappeso e obesità con tutto quello che ne consegue.
In Italia, la prevalenza di persone in sovrappeso e con obesità cresce al crescere dell’età, tanto che se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre. La prevalenza maggiore si riscontra in entrambi i generi nella classe 65-74 anni (61,1 per cento) e, mentre la maggioranza degli uomini presenta un eccesso ponderale già a partire dai 45 anni, per le donne ciò si verifica dopo i 65 anni.

Nuove soluzioni di mercato

Negli ultimi 30 anni, inoltre, è stato registrato un aumento di incidenza dell’eccesso di peso pari al 30 per cento ed emerge prepotentemente il ruolo del territorio di origine. Questi alcuni degli aspetti sono evidenziati dal rapporto Istat: Italian Obesity Barometer Report presentato il 6 ottobre 2020 in occasione del 2nd Italian Obesity summit – Changing ObesityTM meeting.
Organizzato dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) con l’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” e OPEN Italia – Obesity Policy Engagement Network. L’evento ha il patrocinio di Ministero della Salute, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Istituto Superiore di Sanità. (in allegato a questo Business plan in formato digitale)

Il Rapporto mostra come l’Italia, pur presentando livelli di obesità e sovrappeso inferiori ad altri paesi europei, registri un aumento dell’incidenza di sovrappeso e obesità del 30 per cento negli ultimi 30 anni, di cui solo un terzo può essere attribuito all’invecchiamento della popolazione.

“I confronti temporali, analizzati per genere e classe di età tra gli adulti hanno evidenziato degli incrementi specifici, in particolare tra le donne dai 18 ai 45 anni (in media +15 per cento) e per le persone dai 75 anni in entrambi i generi, dove per gli uomini si riscontra addirittura un aumento del 20 per cento. Per l’obesità le differenze di genere si sono leggermente acuite nel tempo, in quanto l’aumento ha riguardato in misura maggiore gli uomini, soprattutto a partire dai 55 anni” scende nel dettaglio Roberta Crialesi, Dirigente del Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia di ISTAT.
Un dato saliente che emerge analizzando i fattori socio-culturali: il rapporto mette in luce un elemento sin qui poco sottolineato: la relazione tra l’eccesso di peso e il luogo di origine
dell’individuo.

Nuove soluzioni di mercato

Esiste infatti un legame con aspetti influenti, come, ad esempio, il rapporto con il cibo o l’adozione di modelli alimentari e stili di vita acquisiti e radicati nella zona di nascita prima di diventare adulti, tanto che nelle regioni del Centro-Nord le prevalenze dell’eccesso di peso delle persone nate nel Mezzogiorno sono superiori al dato medio regionale.

Per esempio, in Piemonte dove oltre il 15 per cento degli adulti residenti ha dichiarato di essere nato in una regione del Mezzogiorno, l’eccesso ponderale delle persone che sono migrate è più elevato del 30 per cento rispetto al dato medio piemontese. Viceversa, nelle regioni del Mezzogiorno, sebbene le prevalenze siano riferite a un campione molto più ristretto per la minore consistenza delle migrazioni da Nord a Sud, le prevalenze delle persone nate al Centro-Nord si collocano sempre al di sotto della media regionale.
Un aspetto questo che desta preoccupazione e chiama tutti, istituzioni e operatori della salute in primis, a un ruolo di consapevole vigilanza e supporto educazionale al riguardo soprattutto in relazione al consumo esagerato di zuccheri. E allora vediamo questi zuccheri di cui si fa un gran parlare, ma prima è necessario spiegare come tutto è successo. Questa parte che segue è stata riportata anche su libro che dovrebbe sostenere tutto il progetto.
Era il settembre 2016 quando, nel silenzio più totale, negli Stati Uniti scoppiò uno scandalo a seguito dell’articolo uscito su Jama Internal Medicine, che dimostrava come la Sugar Research Association corruppe negli anni ’60 tre ricercatori di Harvard per sminuire i danni dell’assunzione di saccarosio a carico del sistema cardiovascolare e non solo.

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